I suoi quadri non avevano titolo e non erano in vendita. Li chiamava “i suoi figli” e non poteva separarsene. Ce n’era uno che esponeva sempre, qualche misterioso visitatore l’aveva intitolato “La strada per Helga”
Fidanzamento combinato e primo incontro con la promessa al ballo nel castello in terra stiriana Maggio 1911, a sei mesi dalle nozze glamour, una signorina entra nella stanza 308 dell’Hotel de la Ville
Erano passate due settimane dall’inizio dell’isolamento quando gli era arrivata la richiesta. «La tua fidanzata è rimasta bloccata a casa sua?» gli chiese
Non ne poteva più di frasi come «Sì, saremo insieme, noi due contro tutto e tutti». È proprio vero: chi è innamorato deve astenersi dal toccare l’argomento
Chi può resistere, ora che non ne riceviamo più, che nella casella della posta ci sono solo cose noiose? La apre, la legge: beata te, pensa. Perché io di missive così non ne ricevo e non ne scrivo più
«Insegno Shakespeare nei salotti liberty di baroni e commercianti. Una sera ho visto la loro progenie con gli occhi azzurri e la pelle ventosa e l’ho portata con me fino al Metro Cubo»
Lo stavolo di qua, l’alpeggio di là, divisi dal filo spinato messo dalla paura del contagio. Uno schermo freddo, non un corpo vivo da abbracciare: sperimentiamo l’assenza della distanza